Domande e risposte a mister Stefano De Massimi, in Sala Stampa, l’indomani della vittoria per 2 a 1 a Grottaferrata che ha consegnato nelle mani della Vjs Velletri la salvezza diretta in Promozione da neopromossa in questa categoria e dopo un girone di ferro contro compagini blasonate e abituate ad altre piazze come Monterotondo, Rieti, Fiano.
A Grottaferrata è stata scritta una delle pagine più belle ed emozionanti della storia recente della Vjs Velletri. Come avete preparato la partita e si è svolta per come la immaginavate?
Quello che non desideravo vedere era l’eccessivo nervosismo. Quel pensarci troppo che non fa girare le gambe e alla prima difficoltà anche la testa. Nel pre-match ho consigliato ai ragazzi di non guardare alla banalità di un risultato finale ma di considerare quest’ultima gara come una grande opportunità per mettere in evidenza chi siamo oggi. Dimostrare di essere ottimi studenti dopo aver studiato per un anno intero. Dimostrare di vivere la squadra da gruppo e non da opportunisti. Dimostrare di avere dei principi di gioco che ci stanno bene addosso. Dimostrare di credere in quello che proponiamo e rispettare chi ci sostiene dentro e fuori dal campo oltre il risultato.
Nel primo tempo si è vista una squadra prudente seppur offensiva, nella ripresa avete invece messo in campo un forcing incessante nei primi 15 minuti che ha portato al 2 a 0. Il gol dell’1-2 ha rialzato il tasso di nervosismo?
Probabilmente, per quello che poi si è visto nei 90 minuti di gioco, la lettura della ripresa è stata decisiva. Una volta adattati al fondo e alle misure del campo abbiamo preso coraggio alzandoci in costante ricerca dell’uno contro uno annullando così le “palle scoperte” e aumentando il numero dei duelli vinti. La grande determinazione e la freschezza di chi subentrava ha fatto poi il resto e neanche il goal subito ha minato quella certezza che stavamo portando meritatamente a casa l’intera posta in palio.
Numericamente e non solo il nostro pacchetto offensivo ci ha offerto continue possibilità di scelta e anche domenica è successo così. Penso che sia stato il reparto dove abbiamo potuto sempre ruotare e rinfrescare a seconda delle esigenze o delle difficoltà che le gare ci presentavano. Anche grazie alle loro qualità tecniche e realizzative oggi possiamo festeggiare l’aver centrato insieme l’obiettivo. Naturalmente credo che in cuor loro ognuno dei ragazzi volesse ottenere di più in termini di realizzazioni e assist ma sono tutti giovani e il tempo e le prossime stagioni sono dalla loro parte.
Si è confermata, comunque, ancora una volta la tendenza a produrre molte azioni offensive raccogliendo però poco in termini di gol. Se è vero che ieri sono arrivate due marcature anche belle per costruzione e realizzazione, dall’altra la Vjs Velletri ha sciupato molto. È una delle pecche di questa stagione?
Sono convinto che chi ci è stato accanto tutto l’anno ci abbia visto spesso propositivi e mai speculativi. Nonostante il salto di categoria non ci siamo mai snaturati, al contrario ripensando a tante letture adesso col traguardo nelle tasche mi viene quel sorriso di chi sa quanto ci siamo spinti al limite in certi momenti della stagione per mascherare difficoltà o diffidenza. Le difficoltà sono le benvenute, altrimenti cosa conta strutturare la settimana di lavoro? La diffidenza purtroppo fa tutto un altro mestiere e sparge chimica negativa ma credo che domenica abbiamo battuto/abbattuto per 2 a 1. Chissà quanti post di pura cattiveria e di sentenza non sono più stati inviati dalle 13 in poi…
La salvezza diretta da matricola è un risultato importante, soprattutto in un girone considerato da molti addetti ai lavori tra i più complessi della Promozione visto anche il blasone di alcune piazze abituate al professionismo. Cosa l’ha colpita, in generale, di questo girone e delle squadre che lo hanno abitato?
Nella domanda c’è già tutto. Come staff siamo stati molto fortunati a confrontarci in un girone così importante per qualità di nomi e impianti sportivi. Sei stagioni fa alle mie prime trasferte alla guida della Vjs ricordo campi senza tribune spesso al limite del praticabile tra fango e calce sparsi nelle periferie. Chi c’era con me dall’inizio questo se lo ricorda bene. Oggi aver giocato in impianti importanti tipo Monterosi, Monterotondo, Vicovaro, Riano, Tor di Quinto e naturalmente allo stadio di Rieti certifica la nostra crescita con passo umile ma costante che ci ha portato dalla Terza coi tifosi in campo per risorgere alla Promozione salda nelle mani.
C’è stato un momento particolarmente duro dell’anno, forse proprio in occasione della gara di andata con la Vivace, persa 3 a 0. Come avete reagito ai momenti duri che la stagione vi ha proposto?
Credo che i momenti difficili vanno di pari passo con un livello basso di comunicazione. Per me la comunicazione non è solo dare la formazione iniziale prima di scendere in campo, riprendere un atleta per un comportamento non adeguato o disegnare su carta e condividere un calcio da fermo. Saper comunicare coi propri giocatori è soprattutto saper ascoltare i propri giocatori. Saper comunicare col proprio staff è soprattutto saper ascoltare il proprio staff. La decisione finale spetta sempre a me ma è composta da un milione di interazioni avute durante la settimana. In ogni decisione praticamente c’è dentro un poco di tutto quello che il miracolo della comunicazione rende leggibile e quindi pronta all’uso. Quando si sceglie una persona alla direzione tecnica, la qualità umana della stessa può far la differenza più della ricerca ossessionata degli schemi. Credo in questo e più le qualità umane sono riconosciute più lo staff e i collaboratori che si aggiungeranno saranno persone con affinità e a beneficiarne sarà tutta la società in una sorta di cascata di cultura sportiva e senso d’appartenenza destinata a far bene.
Nel girone di ritorno c’è una gara o un momento che invece ha rappresentato una svolta positiva per la Vjs Velletri?
Sicuramente la vittoria a Vicovaro ci ha fatto emozionare per come è arrivata e ci ha dato tanto in termini di entusiasmo e stima ritrovata soprattutto nella proposta che da quel momento in poi ci ha accompagnati fino al raggiungimento dell’obiettivo permanenza in Promozione. Quella mattina nel mini spogliatoio dove ci siamo cambiati parlai col cuore in mano ai ragazzi perché nella notte era venuto a mancare il papà di Bernardi, a cui sono molto legato, ma questo non è un segreto. Mi ricordo che quel discorso sugli insegnamenti che ci danno le emozioni nel quotidiano ma soprattutto negli sport di squadra ha avuto un impatto enorme creando nel gruppo intensa chimica positiva. Quella gara vinta 1-2 al 93 minuto in 11 contro 9 a modo estremamente suo è stata senz’altro speciale.
Dando uno sguardo alle statistiche, che hanno il loro relativo valore, emerge un dato: la squadra ha fatto praticamente gli stessi punti sia in casa che in trasferta. Un equilibrio che può essere interpretato in modo particolare?
I numeri non mentono mai ma vanno utilizzati esclusivamente per una base che guarda al miglioramento. Il bottino ottenuto fuori casa va a certificare la nostra identità di gioco che rimane propositiva e non speculativa. Siamo riusciti spesso a disputare match alla pari incartandoci purtroppo in qualche passo a vuoto che abbiamo dovuto mandare giù ma l’esperienza diretta ci ha sempre consigliato all’interno dello staff lucidità di giudizio e ricerca di soluzione senza puntare il dito. Puntare il dito è la soluzione del lettore distratto o del personaggio occasionale. Non è la nostra strada. Il bottino ottenuto in casa certifica che abbiamo il dovere di credere di poter diventare bravi anche in questa categoria. Nelle stagioni passate lo Scavo B è stato sempre un nostro punto di forza e miniera di goal e punti. Anche quest’anno lo è stato ma giocavamo un girone che pretendeva zero cali di determinazione e giocate tecniche sempre più vicine all’esecuzione perfetta del gesto. Ecco perché il nostro lavoro non finisce mai e la pretesa del miglioramento passa dalle asticelle alzate che da soli ci poniamo come continuo obiettivo comune. E tutto passa da come vivi e proponi la settimana.
Quali sono le prospettive per il futuro e cosa dovrebbe auspicarsi la Vjs Velletri dopo una salvezza diretta in un girone di ferro che certifica il processo di crescita di un club che nel 2017 ripartiva, quasi per gioco, dalla Terza Categoria?
Confermarsi e centrare gli obiettivi rimane sempre la cosa più difficile ad ogni livello di sport. I tempi consigliano sostenibilità e tanto lavoro sulle teste predicando cultura sportiva. Quando parlo di sostenibilità non entro in meriti economici che competono veramente poco alla mia figura ma resto dell’idea romantica che la Vjs è matrice popolare e sulla bocca di ogni angolo della città e questa sorta di dare/avere deve durare per sempre. Nessuna falsa promessa o nessuna improvvisa audacia economica merita di incrinare un meccanismo che gira e sono certo continuerà a girare. Credo poi che a livello di cultura sportiva ora abbiamo in mano un buon gruppo di lavoro. Staff e squadra crescono di pari passo con le esperienze e questo perché durante la stagione la società è stata brava a metterci a disposizione un sostegno per ogni passo in avanti. Potevamo farlo dall’inizio della stagione come avevo richiesto ma ad oggi se ne sarebbe perso il senso e sarebbe passato per doveroso. Quindi farlo quando si deve e bene ha più valore e diventa come piace dire a me “il saper fare”.
Ringraziamenti?
Difficilissimo perché hai sempre la sensazione di dimenticare qualcuno. Dietro l’aver centrato l’obiettivo c’è veramente un mondo di chat, pizzini, riunioni occasionali nei parcheggi e tantissimo altro al limite della tenacia. Ringrazio le famiglia intere che credo siano i veri eroi della storia perché mentre noi mancavamo da casa e sapevamo cosa facevamo loro ci immaginavano in campo manifestando fiducia illimitata. È stata una gran forza. Così come le domeniche passate a seguirci minuto per minuto sulle App dedicate. Ringrazio lo staff nelle persone di Moscato, Bernardi, Bianchini, Bologna, Cicala, Mr De Celis, Allegri, Iavarone, Cosetti, Dessi perché è stato fatto veramente un piacevole percorso insieme. Ringrazio Massimo, Carmine e Stefano il Pres che non hanno smesso un attimo di preoccuparsi per noi. Ringrazio Mr Fernando e Mr Caterina per il tempo dedicato alle riprese risultate importanti ai fini del traguardo raggiunto. Ringrazio Valentina e Rocco per gli aggiornamenti dalla segreteria e il supporto per la comunicazione social. Ringrazio la squadra per tutto quello che mi ha trasmesso e per tutte le qualità umane e tecniche messe a disposizione per un sentimento comune. Ringrazio tutte le persone care che non cito ma che sanno benissimo conoscendomi che sto parlando di loro in questa frase. Grazie per avermi dedicato continui pensieri positivi. Ringrazio la nostra tifoseria, vero dodicesimo uomo in campo sempre presente che sia casa o che sia lontanissima trasferta. Tante volte nei discorsi vi ho preso ad esempio per senso d’appartenenza. Sono certo che centrando l’obiettivo abbiamo reso anche voi orgogliosi della squadra. Ora si può festeggiare. Ora si deve festeggiare.